Barchette di carta
Antologia poetica per i bambini palestinesi
Per andare avanti, delle volte, bisogna necessariamente guardare indietro, tornare allo sguardo bambino che avevamo un tempo. Questo serve a capire che tipo di adulto vogliamo essere oggi e che occhi vogliamo che abbia il futuro dei nostri figli, tutti i figli del mondo. Attraverso un viaggio tra le luci e le ombre del passato degli autori, attraverso la loro capacità di recuperare e proteggere la voce dell'infanzia, propria e altrui, questo libro si propone come aiuto per tutti quei bambini che oggi vivono la catastrofe di Gaza. Donando i ricavati all'Unicef di Bologna che li destinerà ai bambini palestinesi, “Barchette di carta” diventerà cibo, medicine, cure, per il loro terribile presente, perché vogliamo che abbiano un futuro.
Poesie di: Bartolomeo Bellanova, Barbara Bracci, Alessia Bronico, Imperatrice Bruno, Clery Celeste, Alessandra Corbetta, Carmine Di Cicco, Alessandro Di Prima, Andrea Donaera, Marco Esposito, Emanuele Franceschetti, Davide Gallo, Valerio Grutt, Barbara Herzog, Alessia Iuliano, Eva Laudace, Irene Ester Leo, Riccardo Marzoli, Giuseppe Nibali, Stefania Onidi, Nicoletta Nuzzo, Umberto Piersanti, Angelo Restaino, Salvatore Ritrovato, Anna Ruotolo, Francesca Serragnoli, Graziella Sidoli, Stefano Simoncelli, Davide Toffoli, Luisa Trimarchi, Beatrice Zerbini, Penelope Agata Zumbo.
Valentina Demuro è scrittrice e poetessa, è pugliese, vive e lavora a Bologna. Collabora con Alma Poesia in qualità di editor. Il suo ultimo libro di poesie è Che i fichi nascano rossi (peQuod).
Federica Ziarelli scrittrice e poetessa è nata e vive a Perugia.
È socio fondatore di Spazio Humanities, che organizza il festival Poesiæuropa. Collabora con la rivista Menabo. Il suo ultimo libro edito si intitola Tu sei bellezza (Terra d'ulivi edizioni).
Copertina di
Roberta Pasculli
Collana
Poesia
Non sono parole
Fotografie e haiku
Con un testo di Gianfranco Ciola
Quasi un rifugio dall’ansia della xylella
Gli olivi e gli oliveti della Puglia si perdono nella notte dei tempi. Camminare tra gli oliveti secolari è pura magia, è come immergersi nella storia di questa terra e delle comunità che l’hanno abitata. Ognuno di noi può trovare un volto, una figura tra le forme contorte e bitorzolute dei loro tronchi. [...] Le fotografie di questo libro, con il bagliore che illumina nella notte buia il tronco degli alberi, ci aiutano a scoprire l’essenza più autentica di un oliveto secolare, i segreti di una natura aspra e generosa, i mille volti dei nostri antenati, e al tempo stesso ci possono offrire una luce di speranza, quasi un rifugio dalla rassegnazione e dall'ansia. I dialoghi tra immagini e versi, come lampi tanto immediati quanto profondi, scuotono l’animo, innescano riflessioni forti, fanno emergere le sensibilità che ognuno di noi nasconde nel proprio intimo. Ci inducono infine a riflettere su come ritrovare, innanzitutto in noi stessi, quell’equilibrio perduto tra uomo e natura che è intrinseco alla storia di questa terra e che resta essenziale per la nostra stessa sopravvivenza.
MARCO BRUSCOLINI
è nato a Pesaro nel 1948 e vive a Bologna. Poco più che ventenne è tra gli animatori a Rimini del collettivo
Il Pentaprisma, una delle realtà emergenti nel panorama della giovane fotografia sociale di quel periodo. Il suo percorso formativo è segnato dall’incontro con Paolo Monti, negli anni in cui il fotografo milanese - titolare a Bologna della prima cattedra universitaria italiana di Tecnica ed Estetica dell’Immagine - stava realizzando il censimento dei centri storici dell’Emilia Romagna. L’esperienza maturata in quella fase lo porterà nel tempo a coltivare un proprio sguardo sulle forme del paesaggio urbano e a sviluppare una costante ricerca, visiva e poetica, sulla «memoria dei luoghi». In Puglia custodisce, con la sua famiglia, un oliveto secolare.
Collana Fotografia/Poesia
Soave Sangue Silente Langue
Strane presenze a Monte Sole
Monte Sole è da sempre una contrada patria di ribelli. Dai partigiani della Brigata Stella Rossa comandati da Mario Musolesi detto il Lupo, a Luigi Fontana che nel '74 compra un casolare diroccato in barba alle critiche e alle maldicenze di paese. Ma a Monte Sole, luogo di partigiani e di fantasmi come il misterioso sovietico Kariton, che aleggia come una presenza anche decenni dopo la Resistenza richiedendo con insistenza la sua vera identità, si affacciano nuovi personaggi: giornalisti come Francesca, artigiani come Claudio, ribelli di nuova generazione dall'attitudine punk come Kevin, Giorgio e Diego. Ci sarà posto anche per loro? Soave Sangue Silente Langue è la somma di storie, lontane nel tempo ma vicine nei luoghi, di personaggi alla ricerca di libertà, in azione come in pensiero; in amore come in agricoltura, mentre il mondo reale stringe sempre più in una morsa di repressione. E allora giovani lupi e lupe sulle tracce dei loro antenati anziani si muovono alla conquista di nuovi spazi di libertà, su sentieri aperti da chi c'è passato prima. Non sempre con successo, quasi mai con disamore, ma guidati dalla spinta innata a migliorare l'esistente, per loro e per gli altri.
PAOLO FERRANDI
nasce in Lomellina, ma la lascia in cerca di qualcosa di più. Arriva a Bologna nel 2003. Giornalista, spillettaro, musicista e ora anche scrittore, ha scelto di tornare alla terra e oggi vive in Appennino con la famiglia, ma sempre con un piede a Bologna.
È
autore sempre per Calamaro Edizioni di
Bologna Continua. Dall'Xm all'Appennino.
Copertina di Rocco Lombardi
Collana Narrativa
I Dannati di Kirkuk
Questa è la storia di un bambino che ancora non ha conosciuto il male e di un Paese che accoglie e protegge con i suoi profumi e i suoi colori. È la Storia di un Paese che all’improvviso si trasforma in una prigione e incatena uomini e pensieri. Diventa teatro di eventi epocali, di trasformazioni repentine, di gioie e festeggiamenti, ma anche di lacrime, persecuzioni e ingiustizie. Per chi racconta, il Kurdistan è una terra profondamente amata e temuta allo stesso tempo. Il racconto della vita del protagonista parte dall’infanzia e arriva all’adolescenza, attraversando i primi innocenti amori e i ricordi di antiche tradizioni. Costretto a lasciare il Paese non lo ha mai dimenticato, anche se ha potuto rivederlo solo dopo vent’anni di
esilio senza poter riabbracciare i genitori, nel frattempo venuti a mancare. Un’esperienza vissuta e ora narrata per rendere giustizia alla sua famiglia e alla sua comunità, per non dimenticare che anche dopo una dittatura la Storia va avanti.
DAVID ISSAMADDEN è nato a Kirkuk, nel Kurdistan dell’Iraq del Sud. È stato un esponente molto attivo del movimento studentesco democratico. Dopo il liceo scientifico si è trasferito in Italia per proseguire a Bologna gli studi universitari in medicina e chirurgia. Conseguita la laurea ha svolto la sua professione in qualità di guardia medica e nei reparti di pronto soccorso, per poi entrare nello staff medico del Bologna Calcio fino a diventarne Direttore Sanitario.
Attualmente ricopre il ruolo di presidente della Comunità curda in Italia. Ha dovuto attendere vent’anni e la caduta del regime dittatoriale di Saddam Hussein per tornare in Kurdistan.
A cura di
Daniela De Blasio
Collana
Narrativa
Luoghi di memoria
Comunità Yezida e spazio sacro
Questo catalogo relativo alla mostra “Luoghi di memoria. Comunità yezida e spazio sacro” è un appello volto al dialogo con la società civile e alla sensibilizzazione del patrimonio culturale di minoranze religiose “a rischio”. L’intento è di veicolare i risultati maturati nel corso della ricerca sul campo e tradurli in un linguaggio espressivo per raggiungere un ampio pubblico. Il percorso espositivo esplora il profondo vincolo che lega la comunità yezida della Regione Autonoma del Kurdistan in Iraq ai luoghi sacri ancestrali. Il mosaico di volti e paesaggi dispiega la memoria di una tradizione autoctona che ha profonde radici nella storia culturale dell’area, ma che a causa del suo particolarismo religioso è stata oggetto di emarginazione e violenza. Nelle sue diverse declinazioni lo spazio sacro possiede una connotazione speciale rappresentando il fulcro dell’identità yezida, elemento connettivo tra individuo e territorio, scrigno di continuità devozionale e rituale. L’immersione nei santuari yezidi offre fa volgere uno sguardo intimo alla cultura e alla vita della comunità contemporanea, trovando i punti di contatto che caratterizzano l’esperienza del sacro ed emozioni condivise.
GHIATH RAMMO è nato nel 1984 a Til Xatûn (Nord-Est della Siria). Si è laureato in archeologia all’Università di Aleppo e ha ottenuto il dottorato di ricerca alla Sapienza Università di Roma, in Scienze dell’Antichità, col titolo: “Culti e Tradizioni dello Yezidismo: Spazio sacro e identità religiosa (Sheikhan - Kurdistan iracheno)”. È stato membro della Missione Archeologica Italiana a Ebla/Tell Mardikh (Siria) 2004-2010.
Collana
Fotografia
Lo Strazio - Poesie (1980-1986)
Questa raccolta di poesie vede inchiostro vivo tra il 1980 e il 1986 su diversi giornali e su “Dispacci”, il foglio prodotto e distribuito dall’omonima cooperativa di poesia fondata da Roberto Roversi insieme con l’autore e altri giovani poeti, ma è composta in larga parte di poesie rimaste inedite (seppur lette, alcune di esse, alla radio) e si offre così come un’importante testimonianza di una giovane e “passionata” stagione letteraria.
Dalla strage nella stazione di Bologna al disastro di Cernobyl, passando per il terremoto in Irpinia e altri avvenimenti di allora, ritroviamo in questi versi la forte autenticità e padronanza poetica dell’autore, anche nell'espressione dei conflitti dell’età (la personale “guerra dei trent’anni”) e di quelli con il mondo, che sembrano gli stessi di oggi. Un esperimento geniale dell’epoca e ora una sorprendente esperienza per il lettore, con lo strazio (anche “sarcastico”) che è possibile risentire nella lettura di questi versi che testimoniano la perenne attualità della Storia e della Poesia.
NICOLA MUSCHITIELLO, poeta con “una vera voce’’ (Italo Calvino, 1978) e “personaggio singolarissimo, ultimo dei (veraci) bohémiens nel panorama della letteratura italiana’’ (Mirella Appiotti, 2001), ha pubblicato sette libri di poesia in versi (Il primo sonno del baco, 1977;
Terra celeste, 1999;
Lo sgabello, 2003;
L’Escabeau, uscito in Francia, 2008;
Misericordia di primavera, 2010;
La rosa eterna, 2015;
Il fuoco dell’età, 2022) e uno in forma di lettere d’amore (Non sei lontana, 2005). Studioso di letteratura francese, ha tradotto e curato quattro libri di Baudelaire (l’ultimo,
I Fiori del male, 2012) e opere di diversi autori (per BUR-Rizzoli, Adelphi, Einaudi e altri editori).
Collana
Poesia
Quando i Pesci hanno Sete
Il paese in cui è ambientata questa storia non si trova sulle mappe. È il popolo che lo vive ad avergli dato un nome, un popolo diviso tra i confini di Siria, Turchia, Iran e Iraq. È il Kurdistan.
Il nostro protagonista Masî (in curdo “pesce”) vive al di sotto del confine siriano, Berfin invece al di sopra del confine, in area turca. È l’amore di Masî per Barfin che lo porta ad attraversare le recinzioni e ad unirsi alla resistenza curda sulle montagne. Seguendolo vediamo cosa significa combattere dove il freddo può ucciderti quanto il nemico, ascoltiamo storie di chi ha scelto di affrontare tutto questo con la speranza della libertà per il proprio popolo e di un futuro migliore per le prossime generazioni. I combattenti a cui si unisce Masî sono quelli che hanno rappresentato la principale linea di difesa contro lo Stato Islamico “ISIS”. Va detto che questo libro non è scritto in arabo né in turco, le lingue ufficiali di SIria e Turchia, ma è scritto invece nella lingua vietata nei due paesi, la lingua delle persone che non hanno una patria: il curdo.
HALIM YOUSSEF
è nato nel 1967 ad Amûdê nel Kurdistan siriano. È scrittore e avvocato. Si è laureato in giurisprudenza all’Università di Aleppo. Scrive sia in curdo che in arabo e le sue opere sono state pubblicate principalmente in Libano, Turchia e Germania, solamente alcune in Siria. Dal marzo del 2000 vive in Germania. Oltre ad aver scritto romanzi è anche autore di racconti e di opere teatrali. Rilevante è il suo impegno per i diritti umani dei curdi siriani, in particolar modo per la questione della soppressione della lingua e della letteratura curda.
Traduzione di Hisam Allawi e Francesca Riccardelli
Illustrazione di copertina e illustrazioni interne di
Giulia Peluso
Collana
Narrativa
Vladimir
I personaggi di questo libro sono immaginari. Anche quando portano il nome di persone esistenti o esistite sono inventati dal sottoscritto. Il protagonista e, talvolta, ‘motore immobile’ di questo romanzo è esplicitamente ispirato all’attuale Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, il quale, che lo vogliamo o meno, abita una fetta cospicua del nostro immaginario: fatto non sempre gradevole, ma innegabile. Scrivere la storia – le storie – delle pagine a seguire, tutto sommato, è stato anche un modo di affrancarsi da uno scomodo inquilino.
In bilico tra satira e tragedia, il puzzle irrisolto
dell’uomo che è divenuto Putin.
Noi siamo impero, noi lo saremo ancora, fra cento, duecento, trecento anni. Dove saresti, Russia, senza di me? Ti ho raccolta moribonda dalle mani di affaristi e ubriaconi, di politicanti e creduloni al servizio dell’Occidente. Nessun indugio, mi sono detto. Il popolo ha bisogno di uno zar. Il fardello è mio, la Russia me l’ha dato e guai a chi me lo tocca.
“La Russia sono io. Prima di me, l’abisso”
MIRCO CUCCHI
è nato a Cesena e vive a Forlì. È laureato in giurisprudenza e si è specializzato in storia del diritto. Insieme a Francesco Selvi e Paolo Virgolini ha scritto “Ultima fermata Italia” (2020). Appassionato del mondo russo, questo è il suo primo
romanzo.
Prefazione di Arkadij Ivanovič Burlinov
Illustrazione di copertina di
Susanna Sibona
Collana
Narrativa
Artisti Inquadrati
Sono sempre stato rapito dagli artisti per il loro modo di vedere differente, per il loro modo di porsi, di vivere un mondo parallelo fatto di anima e non di corpo, di sensazioni, di sogni, di poesia e per la loro capacità di trasformarsi. Mi hanno sempre affascinato le facce, gli sguardi, le espressioni ma soprattutto il confine della trasformazione, quegli attimi sospesi tra l’attesa e la scena, tra il buio e la luce, tra la persona e il personaggio. Se pur il tempo e lo spazio sono sempre stati tiranni, in ognuno di loro ho stimato e apprezzato la capacità di sapersi donare, trasmettere la forza, la passione e l’entusiasmo per la loro arte.
120 ritratti di artisti bolognesi - Fotografie di Luca Bolognese.
Testi di: Luca Bolognese, Matteo Lepore, Elena Di Gioia, Giorgio Comaschi, Maria Chiara Wang, Walter Ingrosso, Amedeo Meletti.
LUCA BOLOGNESE,
1973, è un fotografo freelance, si occupa principalmente di reportage sociale, attualità, spettacolo e musica. Le sue foto sono state pubblicate sulle maggiori testate nazionali come LaRepubblica, Corriere della Sera, Il resto del Carlino, oltre a settimanali come “D” di Repubblica, “IO donna” del Corriere della Sera e riviste specializzate di teatro, danza e musica. Ha realizzato mostre personali e pubblicato vari volumi tra cui “Salento antiche suggestioni”, “TerremotoEmilia”, “Round About”, “Camelot, teatro per disabili”, “Periferie Est immigrazione dall’Est Europa”, “Xylella”.
È fotografo ufficiale di compagnie teatrali, di danza e di vari attori e
attrici.
Collana
Fotografia
365
I mondi sottosopra del lungo '68 e del troppo breve '77 si riaffacciano nelle pieghe di questo romanzo ambientato fra l'oggi e il domattina. Due squinternati giornalisti “molto di sinistra” e un super uomo in divisa ricevono una minaccia di morte a scadenza “365 giorni”. Perchè proprio loro tre? Quasi impossibile che i due si fidino di un tipico rappresentante dello Stato, democratico solo quando vengono le calende greche. A parte le opposte visoni del mondo a dividere questo trio è l'ombra della lunga carcerazione dell'innocente Luigino Scricciolo che fu inquisito dallo Stato per 7171 giorni per poi essere assolto e morire poco dopo. La vicenda di Scricciolo è tragicamente vera. Tutto il resto potrebbe essere uno scherzo in un contesto serio, un desiderio “fanta-biografato” oppure una profezia. Lo deciderà chi legge. Il libro è dedicato a Luigino Scricciolo.
70 per cento di verosimile follia, 2 per cento di fantascienza,
14 per cento di verità e 35 per cento di politica ribelle.
I conti non vi tornano? Neanche ai due autori.
DANIELE BARBIERI
era sovversivo a 20 anni, nel 1968, e in qualche modo lo è ancora, acciacchi permettendo. Fra molti mestieri ha fatto un po' di giornalismo e alcuni libri (sui fascisti e per usare la fantascienza a scuola). Preferisce scrivere in compagnia: 1+1 spesso fa 3. E' romano ma avendo sposato in Sardegna una veneta vive a Imola.
GIANLUCA CICINELLI
nasce a Roma nel 1962 e porta ancora i capelli lunghi per dare un dolore ai suoi familiari. Prima come operatore sociale in manicomio e poi come giornalista si è sempre occupato della violenza delle istituzioni, a cui ha dedicato molte inchieste, almeno tante quante le forze dell'ordine ne hanno dedicate a lui.
Postfazione di U.E.
Illustrazione di copertina di
Benigno Moi
Collana
Narrativa
La scelta giusta
Ottant’anni sono passati dall’inizio della lotta di Liberazione, all’indomani dell’8 settembre, quando l’Italia intera fu lasciata allo sbando. Da qui cominciano le storie raccontate in questo libro. Storie di una Resistenza fatta da donne e uomini che scelgono di combattere il nazifascismo senz’armi ma con gli stessi, enormi rischi: dando rifugio agli ebrei perseguitati, nascondendo i renitenti alla leva di Salò, aiutando i prigionieri alleati evasi, preferendo affrontare anni di lager piuttosto che arruolarsi nell’esercito della Rsi... Li guida un senso di libertà e giustizia – magari istintivo ma profondo – che li porta a respingere la cultura di morte del fascismo per costruire un futuro nuovo, ispirato a quei valori, universali e irrinunciabili, che sono il fondamento della Costituzione Repubblicana.
EMILIO DRUDI, già responsabile delle edizioni regionali e vice capo redattore della cronaca di Roma de “Il Messaggero”. Oltre che varie pubblicazioni sulle bonifiche degli anni ‘30 del ‘900, è autore di libri legati alle persecuzione antisemita:
Un cammino lungo un anno
(Giuntina - 2012),
Non ha dato prova di serio ravvedimento
(Giuntina - 2014) e
Il Marchio di diversi
(Emia Edizioni – 2019).
Cofondatore del Comitato Nuovi Desaparecidos, si occupa attivamente dei problemi dell’immigrazione con particolare riferimento alla tragedia dei profughi provenienti da Sud del Mondo. Su questo tema ha pubblicato con Calamaro Edizioni
Una Storia eritrea
(2020).
Con la collaborazione di Carlo Picozza
Prefazione di Olga Massari - Istituto storico Parri Bologna
Illustrazione di copertina di
Giulia Peluso
Collana
MesSaggi
Bologna Berlino Underground
Scoppiati, psicotici, disturbati mentali, monomaniaci amanti delle sottoculture DIY, paraculi, nerd della VR, hacker sotto anfetamine, narcisisti patologici digitali, insopportabili lamentosi che non vedevano al di là del proprio naso, ecco il variegato caleidoscopio di figure equivoche e marginali che formava la coscienza politica della nostra generazione in crisi di identità. La pandemia aveva solo esasperato la situazione e anziché ragionare in un’ottica globale stavamo solo cercando di mettere in salvo ciascuno il proprio culo.
Bologna Berlino Underground è la storia di un’ossessivo-compulsiva flashata con le sottoculture delle biciclette
DIY a Berlino e di un nerd intrippato con le
cryptocurrency e i videogame a Bologna.
Si sa come iniziano queste cose,
ma non si sa quasi mai come vanno a finire...
ALESSANDRA ORTOLANI, 1983, è una scrittrice non ancora tatuata che vive tra Berlino, Bologna e Amandola. Lavora come editor, copywriter e ghostwriter.
È ricercatrice indipendente di Media Education, Virtual Reality e Bike Culture DIY. Collabora a progetto con SMK Videofactory.
Prefazione di Juan Carlos Kreimer
Foto di copertina di
Steffen Heckel
Collana
Narrativa
Ex Vito
Una storia di musica, arte, cultura,
sfottò, soprannomi e cucina.
Una storia di avventori, camerieri e cuochi alla
pari di artisti e intellettuali.
Una storia di quartiere e di fuori porta.
Una storia sognante e ancora viva nei ricordi
ma soprattutto una vera Storia di amicizia.
B/N - Bianco e nero per i testi e bianco e nero per le fotografie. Tanti click per trattenere istantanee di attimi vissuti e stessi click per battere su carta ricordi di momenti passati. Questo è il lavoro di Piero Casadei, fotografo, e Giulio Predieri, giornalista. Amici prima di tutto e professionisti che nell’ultimo mezzo secolo bolognese hanno
masticato
le notti bolognesi. Si parla spesso, anche troppo, di Vito e della famosa trattoria di Bologna. Questo libro aiuta a descrivere e a far rivivere il passato di un posto magico, di un posto d’altri tempi. I testi di Predieri, Guccini, Dalla, Bonvi e dello stesso Vito Pagani sono il fantastico contorno, rimanendo nel lessico ristorativo, per le 147 fotografie di Casadei, molte delle quali inedite, che offrono a distanza di cinquant’anni un romantico salto nel passato della vita notturna che si svolgeva Da Vito. Non mancano le trasferte fuori Bologna, le gloriose partite di calcio e le difficili sfide a Tarocchino. Insomma, il piatto è pronto, basta solo fermarsi a gustarlo.
Fotografie di Piero Casadei
Testi di Giulio Predieri
Testimonianze di Francesco Guccini, Lucio Dalla e Vito Pagani
Collana Fotografia
Il Matto, la Prostituta e lo Scrittore
Siamo nella storica capitale del Kurdistan, dal nome mai menzionato. Per le sue strade si muovono tre personaggi che nulla sembrano avere in comune. Temo è da poco uscito dal carcere dove ha trascorso gli ultimi quindici anni e si aggira per la città inseguendo una voce nella propria testa; Diana si prostituisce in una gelateria aspettando un cliente che le salvi la vita; lo Scrittore è tornato in città per poter presentare finalmente tra la sua gente il suo ultimo libro scritto in curdo. Personaggi decisamente diversi che si incontrano e si scontrano, costringendosi a riflettere su cosa significhi per loro quella città, cosa abbia voluto dire essere curdi e qual è il prezzo che hanno pagato per esserlo. In un’atmosfera in cui alla cruda realtà si mescola la dimensione onirica, e dove non mancano i colpi di scena, le loro storie si riflettono l’una nell’altra e non nascondono le contraddizioni di un movimento che lotta e le speranze più o meno disattese di chi ha lottato.
FIRAT CEWERI
è uno dei più importanti scrittori curdi contemporanei. Nasce in provincia di Mardin, nel sudest della Turchia, nel 1959. Negli anni ’80 si trasferisce in Svezia, paese in cui per due decenni si troveranno a vivere tutti i più importanti intellettuali curdi, in fuga dalla repressione turca. Per circa dieci anni lavora alla rivista curda
Nûdem. Molto del suo impegno letterario si è rivolto a sganciare la letteratura curda dalla sfera d’influenza della politica per creare un campo estetico autonomo e indipendente.
La sua voce letteraria, non riconducibile a nessuna casella politica, è stata per questo criticata da più parti. Ha tradotto in curdo opere di Dostoevskij, Cechov, Steinbeck. Ha curato antologie di poesia e di racconti. I suoi romanzi più importanti sono Kevoka Spî (Colomba bianca, 1996), Payiza Dereng (Tardo autunno, 2005) Ez ê yekî bikujim (Il matto, la prostituta e lo scrittore, 2008) Lehî (Torrente, 2011), Maria Melekek bû (Maria era un angelo, 2015). Le sue opere sono state tradotte in turco e in persiano.
Traduzione originale dal curdo di Francesco Marilungo
Illustrazione di copertina di
Giulia Peluso
Collana
Narrativa
Nessuna Pietà
Ogni giorno, verso l'imbrunire, migliaia di uomini di ogni età e classe sociale, danno vita ad un rito collettivo: il calcetto. Professionisti, impiegati, studenti, disoccupati e pensionati fuggono da casa, dalla moglie, dalla famiglia o dal lavoro per iniziare interminabili battaglie tra sudore, grida e puro agonismo. Attraverso il sacro rituale collettivo del calcio a cinque, questo graphic novel racconta con realismo, particolari e ironica partecipazione una serata tra amici che in questo ma anche in molti altri casi dura da vent'anni. Serate uniche e particolari davanti alle quali anche la vita di tutti i giorni, rispettosamente, fa un passo indietro.
MARIO BREDA
è nato a Milano nel 1962.
Illustratore e cartoonist bolognese, insegna scenografia ai corsi di animazione alla Scuolacomics di Reggio Emilia e Milano. Ha pubblicato su Linus, Tic, e Il Corrierino. Come scenografo ha realizzato i background per diverse serie animate, tra cui Ratman, Rahan, e alcuni episodi dello Zecchino d’oro. Ha già pubblicato sempre con Calamaro Edizioni il suo primo graphic novel Pensavo che fosse più facile (2022). Questa è la sua ultima fatica.
Collana Graphic novel / Narrativa
Pensavo che fosse più facile
Questo racconto non è solo inchiostro su carta.
Questa storia vede la luce da una matita pensante, passa attraverso la punta di un pennino intriso di china e arriva su carta per trasmettervi e diffondervi tutta la passione narrativa e artistica di Mario Breda. Un vero gregario dell’illustrazione italiana sempre pronto a inseguire, spingere e tirare per la volata finale della sua piu’ grande passione: il fumetto. Dopo tanti anni a gestire da vero mediano d’esperienza le redini del centrocampo artistico del suo lavoro questo graphic novel, a tinte di giallo, è la sua opera prima. Un artista da amare e da ammirare.
MARIO BREDA
è nato a Milano nel 1962.
Illustratore e cartoonist bolognese, insegna scenografia ai corsi di animazione alla Scuolacomics di Reggio Emilia e Milano. Come fumettista ha pubblicato su diverse testate, tra cui Linus, Tic, e Il Corrierino di cui era autore del personaggio “Chicca bambina più”. Ha esposto nell’edizione del 1990 Trevisocomics con “Nuovi fumetti”. Come scenografo ha realizzato i background per diverse serie animate, tra cui Ratman, Rahan, e alcuni episodi dello Zecchino d’oro.
Collana Graphic novel / Narrativa
La tentazione della scrittura
È il 2006 quando Anna Perlasi decide di mettere per iscritto in un diario le memorie della sua adolescenza trascorsa in un paese dell’Appennino. Solo ora, però, a distanza di anni, la nipote, Virginia, ne scopre l’esistenza, frugando nell’archivio della biblioteca comunale. Nel diario la traccia di un segreto. La seguiamo mentre vediamo scorrere la Storia, che irrompe nella vita di un piccolo paese, dall’entrata in guerra dell’Italia, alla Resistenza, al dopoguerra.
DONATELLA RABITI
è docente di Lettere a Forlì.
Ha pubblicato articoli e racconti su riviste online. Alcuni suoi testi, in prosa e in versi, sono stati segnalati in concorso letterari nazionali e pubblicati in antologie cartacee.
Collana Narrativa
Sei tipi psicopatologici
Jung sosteneva che: “Il tipo è un esempio o un modello del carattere peculiare di una specie o di una collettività. Nel senso più ristretto di questo lavoro, il tipo è un modello caratteristico di un atteggiamento generale, che si manifesta sotto diverse forme individuali”. Questo testo non è solo un omaggio a Jung e ai suoi “Tipi psicologici”, ma nella sue narrazioni di personalità, pensieri e dinamiche ci fa scoprire anche una buona parte della nostra quotidianità, esplorando la psicologia non solo come scienza esatta ma soprattutto come disciplina carica di grande soggettività. Le note cliniche sono divulgazione per chi, oltre alla narrazione del caso, volesse approfondire meglio il “tipo” in cui si rispecchia.
GIUSEPPE CAPONE
è uno psicologo psicoterapeuta ad orientamento Junghiano, membro del consiglio direttivo della scuola di specializzazione in psicoterapia AION di Bologna. Subito dopo gli studi di psicologia, nel 2004 fa esperienza clinica presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa (Ce). Lavora privatamente a Bologna e collabora in qualità di esperto psicologo presso la Casa Circondariale di Ravenna. Scrive per la rivista scientifica “Il Minotauro” e dal 2009 è socio della cooperativa CSAPSA (Centro Studi di Psicologia e Sociologia Applicata) dove si occupa di formazione e lavoro.
Illustrazione di copertina di
Giulia Peluso
Collana grigia
Il Teatro della gente
Perché il Teatro Comunale di Bologna si può definire “il teatro della gente”? Perché appartiene a tutti. È il 1756 quando il Senato bolognese ne stipula l’atto di nascita: il “Nuovo Pubblico Teatro” viene realizzato su iniziativa del Governo cittadino, mentre tutti gli altri grandi teatri italiani erano ancora espressione di un potere assoluto. Su progetto di Antonio Galli da Bibbiena, viene inaugurato il 14 maggio 1763 con Il trionfo di Clelia, libretto di Metastasio, musica di Gluck scritta per l’occasione: un avvenimento d’importanza nazionale che raggiunse ben 28 repliche.
La storia del teatro e della sua città si intreccia con quella dei grandi protagonisti dello scenario lirico nazionale e internazionale: Farinelli, Mozart, Rossini, Donizetti, Verdi... fino ad arrivare a Wagner. La sua musica approda per la prima volta in Italia proprio grazie al Teatro Comunale di Bologna (Lohengrin, 1871).
CRISTIANO CREMONINI
nasce a Bologna. Come tenore ha debuttato in una quarantina di titoli operistici, fra cui dieci prime rappresentazioni assolute. Collaborando con registi e direttori d’orchestra di chiara fama si è esibito in alcuni fra i più prestigiosi teatri italiani ed esteri.
È stato fondatore e presidente del “Progetto Cultura Teatro Guardassoni” e del “Concorso lirico internazionale Città di Bologna”; è ideatore e direttore artistico del Premio “Giuseppe Alberghini”.
Nel 2012 la Cna gli assegna il premio “Eccellenza bolognese per la creatività e la cultura”. È autore di pubblicazioni di poesia, di narrativa e di storia del melodramma italiano: Tenore all’Opera (2013), Opera d’amore (2015).
Prefazione di
Fulvio Macciardi
Collana mesSaggi
È come stare tra vecchi amici
Un binomio di fermento culturale unico e irripetibile. La grande scrittura dei poeti salentini e la testimonianza, con testi inediti, della magnifica amicizia tra Maurizio Nocera e Antonio Leonardo Verri. Fabbricanti di parole che con umiltà hanno costruito poesia e rianimato culturalmente la provincia leccese tra gli anni 80 e 90.
ANTONIO L. VERRI
(Caprarica di Lecce 1949 - 1993) è stato uno scrittore, poeta, giornalista, ma soprattutto un agitatore culturale salentino. Legato in modo viscerale a quel “sud del sud dei santi” come direbbe Carmelo Bene, è stato uno dei principali animatori di quella Avanguardia meridionale particolarmente attiva tra gli anni ‘70 e ‘80. Ha pubblicato Il pane sotto la neve (1983) Il fabbricante d’armonia: Antonio Galateo (1985), La cultura dei tao (1986), La Betissa (1987), I trofei della città di Guisnes (1988), Ballyhoo Ballyhoo (1990), E per cuore una grossa vocale (1990), Il naviglio innocente (1990), Bucherer l’orologiaio (1995) e Journal (2016, postumi). Ha fondato e diretto “Caffè greco”, “Pensionante de’ Saraceni” e “Quotidiano dei poeti”.
MAURIZIO NOCERA scrittore, giornalista e docente di liceo, è stato ed è ancora oggi uno dei maggiori punti di riferimento della cultura salentina. Operatore culturale, giornalista, saggista, poeta, scrittore ed esponente di quella che il suo grande amico Antonio L. Verri definì “Splendida generazione”. Tra le tante pubblicazioni ricordiamo Dieci anni di rivista 1979-1988 (con Verri), Antonio Antonio. Fabbricante d’armonia (1988), Compianto (2001), Totò Franz, altrimenti detto Totò Toma (2002), Il Fanalista d’Otranto (2003) e ha curato e pubblicato l’inedito di Salvatore Toma Cara Bibi ti amo da morire sempre (2002).
Foto di copertina di Fernando Bevilacqua
Collana RiStampe
Bologna Continua
La Bologna contemporanea mi ruotava intorno e io ne ero già immerso; e Bologna – quella che recita se stessa a uso e consumo del resto del mondo – mi ignorava. La città bene non l’ho mai incontrata, dentro le Sette Chiese non ci sono mai andato, mai scalata la torre degli Asinelli seppur ancora oggi mi riprometto di farlo. Vivevo in una casa di fuori sede, frequentavo da anonimo l’università e davo anche qualche esame, facevo bancarella il venerdì e il sabato in Montagnola e poi prendevo un 11 dell’Atc rosso amaranto e me ne andavo all’Xm24, che da piazza Malpighi se lo prendi, l’11, lui gira a destra in Ugo Bassi, al Nettuno rigira a sinistra in via Indipendenza, la percorre tutta, supera la ferrovia al ponte Matteotti, arriva in piazza dell’Unità, la attraversa, poi gira a sinistra e ti porta diretto al centro sociale. Una bazza, se sei senza bici perché te l’hanno inculata.
PAOLO SPILLAMAN FERRANDI
nasce in Lomellina, ma la lascia in cerca di qualcosa di più. Arriva a Bologna nel 2003 e qui diventa Spillaman, attraversando il Pratello, la Montagnola, l’Xm24, la realtà degli Elfi...
Giornalista, spillettaro, musicista e ora anche scrittore, ha scelto di tornare alla terra e oggi vive in Appennino con la famiglia, ma sempre con un piede a Bologna.
Prefazione di Wolf Bukowski
Foto di copertina di Michele Lapini
Collana Narrativa
Una Storia eritrea
Tutto ha inizio con una foto, la foto di Beyan, il nonno di Amr, in tenuta da ascaro. È da lì che Amr comincia a raccontare la storia della propria famiglia, che tocca così da vicino quella del proprio Paese: l’Eritrea. Beyan ha combattuto come ascaro per gli italiani colonizzatori, Adam, figlio di Beyan e padre di Amr, ha sostenuto il Fronte di liberazione dell’Eritrea, mentre Amr è dovuto fuggire dalla dittatura di Afewerki, rifugiandosi in Italia. Dai loro racconti emergono gli eventi che hanno segnato l’Eritrea ed è così che ci appare ancora più chiaro quanto la loro storia sia sempre stata indissolubilmente intrecciata con la nostra.
EMILIO DRUDI
è un giornalista, già responsabile delle edizioni regionali e vice capo redattore della cronaca di Roma de Il Messaggero, ha approfondito i problemi dell’immigrazione, occupandosi in particolare della tragedia dei profughi provenienti dal Sud del mondo ed è tra i fondatori del
Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos. Sui rifugiati e le politiche migratorie ha pubblicato
Fuga per la Vita, Edizioni Simple (2018), insieme a Marco Omizzolo
Ciò che mi spezza il cuore. Eritrea: dalla grande speranza alla grande delusione
in
Migranti e Territori
(Ediesse, 2015) e
Etnografia della nuova diaspora eritrea: origini, sviluppo e lotta contro la dittatura
in
Migranti e Diritti
(Edizioni Simple, gennaio 2017).
Prefazione di
Gabriele Proglio
Collana mesSaggi
Obiettivo deserto
Le sue immagini diventano ricerca interiore. Per fare questo occorre un menu, ovvero la scelta del luogo, che non capita a caso. Se una terra non gli appartiene, la declina, senza fornire ragione. Poi, sul “set” si isola, sembra distratto, si allontana quel tanto che basta per catturare l’oggetto o il soggetto con cui ha stabilito il contatto. Che dialoga solo con lui e con nessun altro.
CARLO CIOCI nasce ad Assisi nel 1980. Da quasi vent'anni vive e lavora a Bologna come tecnico nel settore telefonico. Le sue passioni sono la fotografia e i viaggi. Le sue mete preferite: Nord Africa, Medio Oriente e Indocina. Questo è il suo primo album fotografico.
Testi di Adriano Cioci
Collana Fotografia
Diario metafisico di un terrorista
Avete mai sentito parlare di un terrorista che non sente la sveglia? Questa è la sua storia. Ma non solo la sua, a dire il vero. In questa moderna odissea picaresca, che dall’Africa ci porta in Europa, ci imbattiamo nell'umanità più varia, popolata da nuovi mostri e finti dei. Per quanto paradossali, grottesche ed esilaranti, ci rendiamo ben presto conto che in queste storie c’è più realtà di quanto ci piacerebbe pensare. E sappiamo pure che, in fondo, ci siamo anche noi.
MICHELE DESSÌ nasce a Bologna nel 1983. Laureato in Scienze della Comunicazione e in Letteratura Italiana, è stato autore teatrale e ha fatto il cuoco in giro per il mondo collaborando con progetti di sviluppo sostenibile, soprattutto a Cuba e in Tanzania. Questo è il suo primo libro.
Illustrazione di copertina di
Maicol Malizia
Collana
Narrativa
Un recluso eccellente
“Il peggiore guaio della mia attuale vita è la noia. Queste giornate sempre uguali, queste ore e questi minuti che si succedono con la monotonia di uno stillicidio, hanno finito per corrodermi i nervi”.
ANTONIO GRAMSCI
(Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937) è stato un intellettuale, politico e co-fondatore del Partito Comunista Italiano. Nato ad Ales, in provincia di Oristano, e morto a Roma nell'aprile del 1937. Durante gli anni universitari a Torino sposa le idee del socialismo e il 21 gennaio 1921 dà vita al PCI. Finito nel mirino di Mussolini, fu condannato a 20 anni di carcere. Rinchiuso in vari penitenziari scrive I Quaderni del carcere, una raccolta di appunti di storia, politica e filosofia destinata ad entrare tra i grandi classici del pensiero politico.
Illustrazione di copertina di
Ramona Ruggeri
Collana
RiStampe
Onyricana
“I sogni non hanno né logica né dovere, tanto meno una finalità; forse hanno solo la rappresentazione del paradosso ed è lì che io mi trovo… annusando l’odore del sogno arcaico, tra gli ultimi alberi, oltre le colline”.
JIMMY VILLOTTI nasce nel 1944 a Budrio, Bologna. Musicista poliedrico, ha collaborato per più di venti anni con i più grandi cantautori della musica italiana: Lucio Dalla, Paolo Conte, Francesco Guccini, Gianni Morandi, Vinicio Capossela, Ornella Vanoni e tanti altri. Dopo una vita da turnista decide di dedicarsi alle sue passioni, il jazz e la scrittura. Questo è il suo ultimo “sogno” letterario.
Introduzione di Francesco Guccini
Copertina originale di
Paolo Conte
Collana
Narrativa
Tra la Porrettana e gli Dei
Queste novelle, ambientate all’ombra dei crinali tra l’Appennino Tosco-Emiliano e la Via degli Dei, raccontano vicende che spaziano dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri, passando per gli anni settanta e la seconda guerra mondiale. In questi brevi racconti troviamo i ricordi della 10th Mountain Division dell’esercito americano in lotta contro le truppe tedesche, il viaggio dei pellegrini viandanti verso Roma, fino ad arrivare a narrazioni quotidiane tipiche di un paesaggio come quello dell’Appennino bolognese e di chi lo vive. Luoghi tranquilli e silenziosi, ricchi di grande storia e ancora pieni di cultura.
ANDREA VILLA nasce nel 1953 a Bologna, dove vive e lavora. Laureato in ingegneria civile ed appassionato di matematica e poesia, ha affiancato alla libera professione una duratura produzione letteraria. Presente nell’Antologia dei poeti bolognesi uscita nel 1991, a cura di Gilberto Canti e Clara Castelli, ha pubblicato varie raccolte di racconti e poesie. È autore sempre per Calamaro Edizioni di Un paradossale ordinato sfascio di cose (2021).
Copertina e illustrazioni interne di Mariarita Avoni.
Collana Narrativa
Un paradossale ordinato sfascio di cose
La storia è di certo un lungo racconto. Ma soltanto in un insieme di narrazioni, diverse e contrastanti tra loro come le voci di chi le tramanda, è possibile identificare l’autenticità di un punto di vista. E le voci cui l’autore stavolta dà sfogo sono quelle di un sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale, di un medico arrivista e simulatore e di un giovane prete dalla vocazione poco ortodossa. E anche alla propria, con una selezione di poesie.
ANDREA VILLA nasce nel 1953 a Bologna, dove vive e lavora. Laureato in ingegneria civile ed appassionato di matematica e poesia, ha affiancato alla libera professione una duratura produzione letteraria. Presente nell'Antologia dei poeti bolognesi uscita nel 1991, a cura di Gilberto Canti e Clara Castelli, ha pubblicato varie raccolte di racconti e poesie.
Collana Narrativa
Immigrato di periferia
Rapinatore solitario di banche per necessità, racconto le rapine, la vita per strada, gli effetti dell’urbanizzazione, le emozioni fuori e dentro il carcere. Racconto la violenza, i mesi d’isolamento, i compagni di generazione morti, i suicidi di carcerati e secondini. Racconto i luoghi dove sei nudo e le regole di convivenza sociale non servono più a proteggerti. Luoghi in cui la realtà ti sbatte in faccia come sei veramente. Racconto il nord Africa dove ho respirato quello spirito troppo grande per essere contenuto nel corpo di un solo uomo. Parlo di me e delle genti nella periferia di allora, privata della protezione della cultura e della terra, sfruttate e abbandonate.
ROBERTO MACCHIA nasce nel 1960 a Bologna, in periferia. Ha fatto l’operaio, l’artigiano, il rapinatore di banche, il consigliere sociale di una cooperativa e poi l’imprenditore. Ora lavora sul web e ha cominciato a scrivere. Questo è il suo primo libro.
Foto di copertina di Carlo Cioci
Collana Narrativa
CALAMARO EDIZIONI
Mobile: +39 328 200 5202
Mail: redazione@ilcalamaroedizioni.com
© 2024 Calamaro Edizioni - all right reserves